Un semplice controllo di polizia urbana, non un blitz. Una contravvenzione per un furgoncino, non un sequestro di merce. Questa la ricostruzione ufficiale fornita dall’avvocato Angelo Pisani, legale di Bostik, dopo l’intervento della Municipale ieri a Largo Maradona, lo spazio iconico dei Quartieri Spagnoli dedicato a Diego Armando Maradona. Le dichiarazioni dell’avvocato smentiscono versioni circolate in ore e ridimensionano la portata dei fatti, inquadrandoli come una questione amministrativa.

Pisani, in qualità di rappresentante legale di Antonio Esposito “Bostik”, ideatore del murale, ha rilasciato una dichiarazione per chiarire ogni punto. L’episodio riaccende i riflettori sul delicato equilibrio tra decoro urbano, regolamenti commerciali e la vitalità spontanea di un luogo divenuto meta turistica internazionale.

L’avvocato Pisani ha specificato che l’area di Largo Maradona è privata e che l’intervento delle forze dell’ordine non ha interessato in alcun modo il celebre murale realizzato da Mario Filardi nel 1990. L’azione si è concentrata esclusivamente sul mezzo di vendita ambulante presente nella piazzetta. “Il blitz della municipale nei Quartieri Spagnoli per quanto riguarda la zona del murales di Maradona ha riguardato solo una contravvenzione e sequestro del furgoncino ambulante”, ha precisato l’avvocato Pisani . La smentita è netta rispetto a qualsiasi ipotesi di sequestro generalizzato: “Nessun sequestro di merce a Largo Maradona” .

La questione del furgoncino e il percorso di regolarizzazione

Al centro della contravvenzione vi è la normativa che regola l’attività di vendita ambulante. L’avvocato Pisani ha spiegato la situazione con pragmatismo, illustrando le criticità e la soluzione già avviata. Il furgoncino di Largo Maradona è in possesso di una regolare autorizzazione ambulante.

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Tale autorizzazione prevede che il mezzo si sposti approssimativamente ogni quattro ore. Tuttavia, il successo dell’area ha creato un paradosso logistico. “A causa dell’enorme afflusso di persone il mezzo non riesce sempre a spostarsi” , ha ammesso Pisani.

Per questo motivo, nel pieno rispetto delle norme, la vendita è stata momentaneamente sospesa. Ma il legale ha annunciato che è già partita un’iniziativa per una sistemazione stabile. “Abbiamo già avviato la pratica per la regolarizzazione e per trasformare l’area in zona di tipo mercatale”.

La richiesta è ora al vaglio della Camera di Commercio, e la parte attende una risposta con fiducia. Questo passaggio amministrativo rappresenta il tentativo di sanare una situazione nata spontaneamente, adattando il quadro regolamentare alla nuova realtà del luogo.

Un appello alle istituzioni: dal controllo al sostegno

Oltre alle precisazioni di carattere giuridico, l’avvocato Pisani ha lanciato un appello alle istituzioni locali, chiedendo un cambio di approccio. La sua non è solo una difesa d’ufficio, ma la voce di un tifoso del Napoli e di chi ha contribuito a rivitalizzare la zona. “Vorremmo sostegno dalle istituzioni, e non repressione” , ha affermato, delineando una visione in cui legalità e sviluppo procedono insieme. “La legalità è un nostro obiettivo al pari della sicurezza e sviluppo del quartiere” .

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La nota di rammarico riguarda la percezione di una mancanza di riconoscimento per lo sforzo compiuto dai cittadini. Pisani ha trovato “assai triste che le istituzioni non si attivino per valorizzare strade che per anni sono state oggetto di degrado o criminalità”.

La trasformazione di Largo Maradona e delle sue immediate vicinanze è stata un’opera bottom-up. “Questa zona è diventata fiore all’occhiello di Napoli e meta turistica solo grazie all’impegno dei residenti e commercianti che l’hanno trasformata nel segno di Maradona”. Un’operazione di branding territoriale nata dal basso, che oggi chiede di essere incoraggiata e istituzionalizzata, più che semplicemente controllata.

La strada verso una legalità condivisa

I fatti di oggi a Largo Maradona si concludono quindi non con un’operazione di polizia, ma con un tavolo amministrativo. La partita si è spostata dagli agenti della municipale agli uffici della Camera di Commercio. L’obiettivo dichiarato è trovare una quadra che coniughi il rispetto delle regole con la conservazione dell’identità e della vitalità di un luogo unico.

La richiesta di regolarizzare l’area in “zona mercatale” rappresenta la volontà di formalizzare una presenza, quella del commercio, che è ormai parte integrante dell’esperienza turistica e cittadina.

La vicenda dimostra come a volte la tensione tra norme e realtà urbana in trasformazione possa risolversi attraverso il dialogo e un impegno concreto verso la compliance. Il futuro di Largo Maradona, simbolo di un amore viscerale per il Pibe de Oro e di un riscatto sociale, passerà anche dalla capacità di integrare la sua energia spontanea in un quadro di legalità condivisa e partecipata.

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