La paura è tornata a farsi sentire nell’Avellinese. Nelle prime ore di oggi, il terreno ha nuovamente tremato con due distinte scosse di terremoto. L’epicentro di questo nuovo sciame sismico è stato localizzato nel territorio comunale di Montefredane, a pochi chilometri di distanza da Grottolella, il paese già identificato come epicentro dell’evento registrato ieri pomeriggio.

Fortunatamente, le magnitudo sono state contenute e al momento non si segnalano danni a persone o cose. Tuttavia, questi eventi riaccendono i riflettori su una zona dal fragile equilibrio sismico e riportano in superficie un carico di ansia e ricordi dolorosi per una comunità che conosce fin troppo bene la forza della natura.

La sequenza sismica nel dettaglio

I sismografi dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia hanno catturato i due eventi in successione. La prima scossa si è verificata in piena notte, alle ore 1:19. I dati ufficiali riportano una magnitudo di 2.1 ad una profondità di 17 chilometri.

Poche ore dopo, alle 7:32 del mattino, una seconda scossa, leggermente più forte, ha interessato la stessa area. Questa è stata misurata con una magnitudo 2.2 e una profondità ipocentrale di 16 chilometri. La profondità di questi eventi, tecnicamente definita “ipocentro”, è un fattore cruciale. Un ipocentro più superficiore tende a far avvertire maggiormente la scossa in superficie, anche per magnitudo non elevate.

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La reazione della popolazione e delle istituzioni

Nonostante la bassa intensità, le scosse hanno provocato un comprensibile stato di apprensione tra i residenti di tutta la provincia. Il ricordo dei precedenti storici e la percezione fisica del tremore, seppur lieve, sono sufficienti a generare allarme.

A parlare delle ripercussioni immediate è stato il primo cittadino di Grottolella in una dichiarazione rilasciata a un quotidiano. “I bambini piangevano, priorità controlli nelle scuole”, ha affermato il sindaco, sottolineando l’impatto emotivo sui più piccoli e la pronta risposta delle amministrazioni locali. La priorità assoluta, in casi del genere, va alla verifica della sicurezza degli edifici pubblici e strategici, a partire proprio dalle scuole.

Il contesto sismico dell’Irpinia

L’area dell’Irpinia è storicamente una delle regioni a più alto rischio sismico d’Italia. La sua complessa geologia, caratterizzata da un reticolo di faglie attive, la rende soggetta a periodi di intensa attività. Eventi di magnitudo contenuta, come quelli registrati nelle ultime ore, sono frequenti e fanno parte del normale ciclo sismico di un territorio fragile.

Gli esperti spiegano che queste sequenze, sebbene inquietanti per la popolazione, permettono alle faglie di rilasciare energia in modo graduale. Il monitoraggio costante da parte degli enti di ricerca è fondamentale per comprendere l’evoluzione di questi fenomeni.

Cosa succede ora: il monitoraggio continuo

Al momento, la situazione è sotto costante osservazione. La Protezione Civile e l’INGV proseguono senza sosta l’analisi dei dati. Non è possibile prevedere se questa serie di scosse rappresenti il preludio a un evento più significativo o se si esaurirà da sola.

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I protocolli di sicurezza prevedono che, in seguito a qualsiasi attività sismica, vengano attivati tutti i controlli di routine sulle infrastrutture critiche. Le istituzioni locali raccomandano alla popolazione di mantenere la calma, di seguire esclusivamente le informazioni ufficiali e di tenere a mente le corrette norme di comportamento da adottare in caso di terremoto, come ripararsi sotto un tavolo o nel vano di una porta portante.

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