L’Inps ha ufficializzato il calendario e le cifre aggiornate per l’erogazione dell’assegno unico nel mese di ottobre. L’accredito interessa oltre sei milioni di famiglie in Italia, con importi che variano in base alla situazione economica e anagrafica. Il sostegno, rivisto per adeguarsi all’inflazione, segue un preciso schema di pagamento per garantire puntualità e gestire le pratiche di aggiornamento. Ecco una guida completa per orientarsi tra date, requisiti e novità.

Cosa è l’assegno unico e universale

L’assegno unico e universale rappresenta un supporto economico mensile destinato ai nuclei familiari con figli a carico. Si definisce “unico” perché racchiude in un’unica misura diversi precedenti benefit, semplificando le procedure. È “universale” perché garantisce un importo minimo a tutte le famiglie con prole, indipendentemente dalla presentazione dell’Isee o dal superamento della soglia massima. Il suo obiettivo principale è sostenere la genitorialità e contrastare il calo delle nascite attraverso un contributo strutturato e continuativo.

A chi spetta il contributo

Il diritto all’assegno unico è riconosciuto in presenza di specifici criteri. Spetta per ogni figlio minorenne legalmente a carico, con decorrenza dal settimo mese di gravidanza per i nascituri. Per i figli maggiorenni, il beneficio prosegue fino al ventunesimo anno di età, purché risultino a carico e si trovino in una di queste condizioni: frequenza di un corso di studi o formazione; svolgimento di un tirocinio o attività lavorativa con reddito annuo inferiore a ottomila euro; iscrizione come disoccupati presso i centri per l’impiego; servizio civile universale in corso. Il diritto è esteso senza limiti di età per i figli con disabilità a carico.

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Le date di pagamento per ottobre

Il messaggio Inps numero 2229 del 14 luglio 2025 stabilisce il calendario degli accrediti per il mese di ottobre. I pagamenti avverranno in due distinte finestre temporali. Il 20 e il 21 ottobre saranno accreditate le somme relative alle domande già in corso di erogazione, che non hanno subito variazioni. I pagamenti per le nuove domande presentate a settembre o per quelle soggette a conguaglio, invece, arriveranno nell’ultima settimana del mese, a partire indicativamente dal 27 ottobre. Questa suddivisione permette all’istituto di elaborare gli aggiornamenti anagrafici e Isee senza interferire con i pagamenti ordinari.

Come controllare l’accredito e gli importi

I beneficiari possono verificare lo stato del proprio accredito in modo autonomo e digitale. È sufficiente accedere al proprio profilo personale sul sito dell’Inps, utilizzando una delle identità digitali riconosciute come lo Spid, la Carta d’Identità Elettronica o la Carta Nazionale dei Servizi.

L’importo erogato non è fisso per tutti. La somma complessiva deriva dalla combinazione di una quota variabile, legata all’Isee e all’età del figlio, e di eventuali maggiorazioni. La quota base varia da un massimo di 201 euro mensili per figlio minore con Isee fino a 17.227,33 euro, a un minimo di 57,50 euro per figlio in assenza di Isee o con Isee superiore a 45.939,56 euro.

L’adeguamento al costo della vita e gli aumenti

Dal 1° gennaio 2025, l’assegno unico e le relative soglie Isee sono stati adeguati all’incremento del costo della vita, calcolato allo 0,8% per il 2024. Questo aggiornamento si traduce in un leggero aumento per tutti i beneficiari. Sono state introdotte anche maggiorazioni specifiche: un incremento del 50% dell’assegno è previsto per i genitori di figli con meno di un anno di vita.

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Un ulteriore aumento del 50% è riconosciuto alle famiglie con almeno tre figli e Isee sotto la soglia massima, applicabile ai figli di età compresa tra uno e tre anni. I nuclei con almeno quattro figli a carico ricevono un aumento fisso di 150 euro al mese.

L’importanza cruciale dell’Isee aggiornato

Per percepire l’importo corretto e non solo la misura minima, è fondamentale possedere un Isee valido e aggiornato. Non è necessario presentare una nuova domanda per l’assegno, a meno che quella precedente non sia decaduta.

Tuttavia, per beneficiare degli arretrati dovuti a partire dal mese di marzo, era obbligatorio aggiornare la Dichiarazione Sostituitiva Unica entro il 30 giugno 2025. Chi non ha rispettato questa scadenza continuerà a ricevere l’importo base di 57,50 euro per figlio, senza possibilità di recuperare le differenze, fino alla presentazione di una nuova Dsu.

Le prospettive future: gli aumenti dal 2026

Il meccanismo di rivalutazione dell’assegno unico è destinato a continuare. A partire dall’anno 2026, l’importo del beneficio sarà nuovamente adeguato per contrastare gli effetti dell’inflazione. Le previsioni indicano per il prossimo anno un aumento più moderato rispetto al passato.

Gli incrementi diventeranno effettivi a partire dal secondo mese del 2026, con i primi pagamenti riflessi nell’accredito di febbraio 2026. Come da prassi consolidata, gli adeguamenti relativi al mese di gennaio 2026 saranno corrisposti insieme alla mensilità di marzo 2026, garantendo così la copertura completa del nuovo importo.

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