Una volante della Polizia di Stato coinvolta in un violento schianto frontale. Un intervento chirurgico d’urgenza e una lotta per la vita. Una morte che arriva sul colpo, sul selciato di una strada notturna. È il tragico incidente che ha interrotto i normali controlli di routine a Torre del Greco, spezzando l’esistenza di un uomo in divisa.

L’assistente capo coordinatore Aniello Scarpati, 47 anni, è il poliziotto deceduto nello scontro avvenuto in via Europa. Sposato e padre di tre figli, Scarpati era un professionista stimato in servizio presso il commissariato della città.

La sua scomparsa ha scatenato un’ondata di cordoglio che, partendo dai colleghi, ha raggiunto le massime cariche dello Stato, unendo il paese nel ricordo di un servitore dello Stato stroncato mentre svolgeva il proprio dovere.

La dinamica dell’incidente fatale

L’episodio è accaduto durante le ore notturne. L’assistente capo Scarpati e un collega, un agente di 35 anni, erano a bordo di una vettura di servizio impegnati in un normale pattugliamento. La loro volante percorreva via Europa quando, secondo una prima ricostruzione dei fatti, un SUV proveniente dalla direzione opposta avrebbe invaso la corsia di marcia. L’impatto tra i due veicoli è stato di violenza inaudita.

La forza della collisione ha sbalzato Aniello Scarpati fuori dall’abitacolo per oltre dieci metri. Per lui non c’è stato nulla da fare: i soccorsi giunti sul posto non hanno potuto far altro che constatarne il decesso.

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Le condizioni del collega alla guida sono immediatamente parse gravissime. L’agente 35enne, che ha riportato severe lesioni agli organi interni, è stato trasportato d’urgenza all’ospedale del Mare di Napoli.

I medici lo hanno sottoposto immediatamente a un intervento chirurgico. Al momento, le sue condizioni vengono definite critiche e permane un concreto pericolo per la sua vita. Sul caso ha aperto un’inchiesta la Procura di Torre Annunziata, per accertare le precise responsabilità dinamiche e penali.

Un’onda di cordoglio dalle istituzioni

La notizia della morte dell’assistente capo Scarpati ha provocato immediate reazioni di profondo sconforto. Tra i primi a esprimere il proprio dolore è stato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

Con un messaggio ufficiale, il Capo dello Stato ha dichiarato di essere “profondamente rattristato” per l’accaduto. Mattarella ha inviato sentimenti di “solidarietà e vicinanza” al Capo della Polizia e a tutto il Corpo, chiedendo di far giungere alla famiglia di Scarpati “le espressioni della mia commossa partecipazione al loro cordoglio”. Al collega ferito, il Presidente ha rivolto “il più sentito augurio di pronta guarigione”.

Anche il Capo della Polizia – Direttore Generale della Pubblica Sicurezza, il Prefetto Vittorio Pisani, ha voluto esprimere il “più profondo cordoglio” alla famiglia dell’agente scomparso.

In una nota, Pisani ha sottolineato come la dedizione e il sacrificio di Scarpati rappresentino e rappresenteranno “sempre un esempio per tutti noi”.

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Il Prefetto ha inoltre assicurato la “vicinanza di tutte le donne e degli uomini della grande famiglia della Polizia di Stato” ai familiari dell’agente, confermando di seguire con apprensione l’evolversi delle condizioni di salute del poliziotto ricoverato.

La vittima del dovere: una vita al servizio della comunità

La figura di Aniello Scarpati emerge con forza oltre la cronaca nera del incidente. I suoi 47 anni raccontano la storia di un uomo radicato nella sua comunità e totalmente dedito alla sua professione. Il suo ruolo di assistente capo coordinatore presso il commissariato di Torre del Greco lo collocava in una posizione di responsabilità, a diretto contatto con il territorio e le sue criticità.

La sua non era una semplice occupazione, ma una vocazione al servizio dei cittadini. La notte in cui è morto, come molte altre, era impegnato in quelle attività di controllo del territorio che costituiscono l’ossatura fondamentale del lavoro di prevenzione svolto dalle forze dell’ordine.

La sua scomparsa violenta riaccende i riflettori sui rischi corsi quotidianamente dagli agenti di polizia, anche durante operazioni considerate di routine. Ogni uscita in volante, ogni controllo, ogni chiamata può nascondere un pericolo imprevisto, come un veicolo che invade la propria corsia.

Il suo sacrificio diventa, come ha ricordato il Prefetto Pisani, un simbolo per l’intera comunità di polizia.

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Il dolore di una comunità e di una nazione

La tragedia di via Europa non ha colpito solo la famiglia biologica di Aniello Scarpati e i suoi colleghi in divisa. Ha ferito l’intera comunità di Torre del Greco e la collettività nazionale. La morte di un agente in servizio è un lutto che va al di là del singolo fatto di cronaca, assumendo i contorni di una perdita pubblica.

La divisa che indossava rappresenta lo Stato e le sue garanzie di sicurezza per tutti i cittadini. Quando un poliziotto perde la vita nell’esercizio delle proprie funzioni, è come se un pezzo di quel patto di sicurezza sociale si incrinasse.

Le reazioni istituzionali, dal Quirinale alla Questura, dimostrano la solidarietà di un sistema verso uno dei suoi membri più leali. L’attenzione rimane ora concentrata su due fronti: le condizioni dell’agente ferito, ancora in bilico tra la vita e la morte, e le indagini della magistratura.

Le indagini dovranno chiarire ogni dettaglio della dinamica, per accertare le eventuali responsabilità e dare risposte a una famiglia e a un Corpo intero che piangono un uomo e un compagno.

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