Il Parlamento europeo ha approvato una proposta che vieta l’uso di denominazioni legate alla carne per i prodotti a base vegetale. Termini come “burger vegetali”, “salsiccia di tofu” o “bistecca plant-based” scompariranno dagli scaffali per “proteggere i valori commerciali e garantire una corretta informazione per i consumatori”.
La decisione, presa in plenaria a Strasburgo, definisce che tutte le espressioni associate alla carne o al pollame sono riservate esclusivamente ai prodotti di origine animale. L’obiettivo è evitare qualsiasi potenziale confusione nel mercato unico.
L’iniziativa legislativa mira a chiarire in modo definitivo le differenze tra settori produttivi. L’atto normativo stabilisce un elenco di termini che non potranno più essere applicati ai prodotti plant-based. In questa categoria rientrano denominazioni di uso comune come “bistecche”, “scaloppine”, “salsicce”, “burger” e “hamburger”. Il divieto si estende anche ai derivati delle uova, con il bando di “tuorli” o “albumi” per le alternative vegetali.
Il regolamento impone quindi un ripensamento completo delle strategie di marketing e comunicazione per un intero segmento dell’industria alimentare.
Burger o medaglione vegetale? La ricerca di una nuova identità
La direttiva costringe a trovare nuove denominazioni che descrivano il prodotto in modo accurato senza evocare direttamente la carne. Il termine “hamburger”, come documentato dal dizionario Treccani, ha una chiara connotazione carnivora. Indica un “medaglione di carne tritata, cotta sulla griglia o in padella”. Secondo la nuova logica del Parlamento europeo, definire un prodotto “burger vegetale” non è quindi corretto. Per i prodotti di forma circolare a base di ingredienti vegetali, una possibile alternativa che inizia a circolare è “medaglione vegetale”.
Salsiccia o roll di tofu? Il peso della tradizione linguistica
Anche il caso della “salsiccia” è emblematico. L’etimologia del termine, sempre secondo Treccani, deriva dal latino “salsicium”, nato dall’incrocio di “insicium” (“carne tritata”) con “salsus” (“salato”). Il suo significato è inequivocabilmente legato a “carne per lo più suina triturata… insaccata in budella dell’animale”. Espressioni come “salsiccia di tofu” o “salsiccia vegana” diventeranno presto un ricordo. I produttori dovranno orientarsi verso descrizioni come “roll vegetale” o altre diciture che enfatizzano la forma cilindrica senza richiamare il prodotto tradizionale.
Bistecca o trancio plant-based? Una questione di sostanza
Il medesimo principio si applica al termine “bistecca”. La parola, di origine inglese (“beefsteak”, da “beef”, manzo, e “steak”, fetta di carne), indica per definizione una “fetta di carne di manzo, vitello o altro animale”. Parlare di “bistecca plant-based” non sarà più consentito. Il mondo della ristorazione e della grande distribuzione dovrà abituarsi a descrizioni più neutre e funzionali. Le alternative più gettonate per indicare un prodotto di sostanza simile, ma di origine vegetale, sono “trancio” o “fetta”, seguite ovviamente dagli ingredienti principali.
Una transizione linguistica per una scelta consapevole
La riforma delle etichette rappresenta uno sforzo per allineare il linguaggio commerciale alla composizione reale dei prodotti. I legislatori europei ritengono che questa chiarezza lessicale sia fondamentale per proteggere sia i consumatori che i settori agricoli tradizionali. I cittadini dell’Unione, facendo la spesa, avranno una percezione immediata e non ambigua della natura del cibo che stanno acquistando.
Questo cambiamento segna un passo significativo nel lungo processo di regolamentazione di un mercato in rapidissima crescita, come quello dei sostituti vegetali della carne.
L’entrata in vigore della normativa impone ai produttori un periodo di adeguamento. Il prossimo futuro vedrà quindi un ripensamento generale del packaging, della pubblicità e delle ricette sui blog di cucina. I “burger vegetali” e le “salsicce di tofu” lasceranno il posto a “medaglioni” e “roll” di soia, piselli o lupini. Una piccola rivoluzione linguistica che, nelle intenzioni del Parlamento di Strasburgo, renderà il mercato più trasparente per tutti.