Le prime proiezioni climatiche per l’inverno 2025/2026, rilasciate dal Centro Europeo, delineano uno scenario potenzialmente diverso dagli inverni miti degli ultimi anni. I dati indicano la possibilità di una stagione più fredda e dinamica, influenzata dal ritorno del fenomeno de La Niña e da un vortice polare particolarmente instabile. Questa combinazione potrebbe portare a un inverno classico con temperature rigide, specialmente in Nord America, ma con effetti significativi anche sul continente europeo e in Italia .
Il ruolo climatico de La Niña
Tra i fattori principali che modelleranno la prossima stagione invernale c’è il ritorno de La Niña. Questo fenomeno rappresenta la fase fredda del ciclo climatico noto come ENSO (El Niño-Southern Oscillation) e consiste in un significativo raffreddamento delle acque superficiali nell’Oceano Pacifico equatoriale .
L’influenza de La Niña si estende a livello globale, alterando i consueti schemi della circolazione atmosferica. In particolare, tende a spingere il flusso polare più a sud, specialmente sul continente nordamericano.
Questa configurazione spesso si traduce in un aumento della frequenza e dell’intensità delle irruzioni di aria fredda dalle regioni artiche. Il risultato atteso è un calo generalizzato delle temperature e un incremento delle precipitazioni nevose in vaste aree del Canada e degli Stati Uniti, con maggiore probabilità per le regioni centrali e orientali .
Effetti indiretti ma cruciali sul continente europeo
Sebbene gli impatti de La Niña in Europa siano meno diretti che in Nord America, le sue conseguenze rimangono significative. La storia climatica documenta diversi inverni sotto l’influenza de La Niña che si sono distinti per condizioni di freddo rigido nell’Europa centro-settentrionale, con temperature sotto la media ed episodi nevosi frequenti .
Questo accade perché La Niña può favorire lo sviluppo di specifiche configurazioni di alta pressione nell’Atlantico settentrionale. Queste figure bariche, a loro volta, possono aprire la porta a correnti di aria fredda provenienti dalla Russia, dirigendole verso il cuore del continente europeo. In generale,
La Niña contribuisce ad aumentare l’instabilità dell’intero sistema climatico, rendendo più probabili eventi meteorologici estremi come ondate di freddo intenso, forti nevicate e bruschi sbalzi termici .
La variabile decisiva del vortice polare
Il vortice polare costituisce un’altra variabile fondamentale per le previsioni invernali. Si tratta di una vasta area di bassa pressione e aria fredda che si forma nella stratosfera sopra il Polo Nord ogni inverno. Il suo comportamento, tuttavia, non è sempre costante .
Quando il vortice polare è forte e compatto, tende a contenere efficacemente l’aria più fredda nelle regioni polari. In questo scenario, l’Europa e l’Italia spesso sperimentano condizioni di ** tempo stabile e temperature miti, dominate dall’alta pressione.
Al contrario, un vortice polare debole e instabile può subire distorsioni o addirittura frammentarsi in due o più lobi. Questa disgregazione permette all’aria artica** di fuoriuscire e scendere verso latitudini più meridionali, portando con sé condizioni di freddo intenso e instabilità .
Le condizioni attuali sono considerate favorevoli a un possibile indebolimento del vortice polare. Questo evento, tecnicamente noto come riscaldamento stratosferico improvviso o “stratwarming”, consiste in un rapido aumento delle temperature negli strati alti dell’atmosfera sopra il Polo.
Questo riscaldamento può disturbare o perfetto spaccare il vortice polare. Combinazioni simili di fattori atmosferici in passato hanno portato a inverni rigidi con nevicate abbondanti e temperature persistentemente sotto la media .
Possibili scenari per l’Italia
In uno scenario che vede sia La Niña attiva sia un vortice polare disturbato, la probabilità che ondate di gelo raggiungano l’Italia aumenta in modo significativo. La Penisola potrebbe quindi assistere a un “ritorno” a un inverno classico, caratterizzato da temperature rigide e precipitazioni nevose più frequenti, specialmente nelle regioni settentrionali e a quote medio-basse .
È importante sottolineare che si tratta di prime proiezioni e che le previsioni stagionali sono per natura suscettibili di aggiustamenti nelle prossime settimane. Tuttavia, i modelli climatici concordano sul potenziale di una stagione invernale 2025/26 più dinamica e fredda rispetto al recente passato, segnando una potenziale pausa dalla sequenza di inverni miti degli ultimi anni .