Il Napoli si lascia dietro la sconfitta di San Siro e torna al successo in rimonta contro il Genoa, ma l’atmosfera nello spogliatoio azzurro è tutt’altro che euforica. Dopo il 2-1 firmato da Anguissa e Hojlund, il tecnico Antonio Conte ha dipinto un quadro sorprendentemente franco delle sfide che attendono la sua squadra. In una conferenza stampa che ha suonato più come un’analisi spietata che come una celebrazione, l’allenatore ha lanciato un messaggio chiaro: la strada per competere su due fronti è ancora lunga e piena di insidie.

La vittoria contro il Genoa non nasconde le difficoltà di un gruppo ancora acerbo, costretto a crescere in fretta per reggere il peso dello scudetto sul petto e l’impegno in Champions League.

Un percorso vergine tra scudetto e Champions

Il nostro è un percorso vergine”, ha sottolineato Conte con una metafora che racchiude l’essenza della situazione. Il Napoli, infatti, non è strutturato come le altre grandi squadre abituate da anni a viaggiare simultaneamente in campionato e in coppa europea.

L’anno scorso la squadra non disputava nemmeno una “coppetta” europea, per usare le parole del tecnico. La straordinaria vittoria dello scudetto della scorsa stagione, come lo stesso Conte ha ammesso, è andata “ben oltre le aspettative”.

Il cuore del problema risiede in un rivoluzionario mercato estivo. Nove nuovi giocatori si sono aggiunti a una rosa che già contava su 11-12 elementi di base.

Integrare così tanti volti nuovi in un ambiente che veste i panni della campione in carica è un’operazione delicatissima. “Inserire nove acquisti nuovi con lo scudetto sul petto non è semplicissimo”, ha ammesso Conte, spiegando che, fatta eccezione per Kevin De Bruyne – abituato a palcoscenici di primo piano – la maggior parte degli altri arrivati sono ragazzi che “hanno bisogno di alzare il livello e migliorare”.

È inevitabile, per il tecnico, pagare un dazio in termini di scelte e di ricerca di certezze affidabili.

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La gestione delle forze e il caso De Bruyne

La vittoria contro il Genoa ha messo in luce un’altra criticità: la gestione fisica e mentale della squadra. Conte ha dovuto affrontare la partita con diverse assenze di rilievo e ha scelto di lasciare Kevin De Bruyne in panchina all’inizio della partita, una decisione che ha attirato non poca attenzione. Il tecnico, tuttavia, ha subito chiarito la natura della scelta: “semplice turnover”.

Dopo aver riposato Anguissa e Lobotka nella gara di Coppa Italia contro il Pisa, toccava a De Bruyne essere gestito. “Dobbiamo gestire il doppio impegno”, ha dichiarato Conte, spiegando di aver optato per un 4-3-3 e che il calciatore belga è “totalmente integrato” nel progetto.

La partita ha regalato anche brutte sorprese sul fronte infortuni. Matteo Politano e Stanislav Lobotka sono stati costretti a lasciare il campo prematuramente.

Per Politano si sospetta un affaticamento al bicipite femorale, mentre Lobotka, a causa di una scivolata, ha avvertito un dolore nella zona del pube. Entrambi saranno valutati nei prossimi giorni, lasciando un punto di domanda sulla loro condizione dopo la pausa nazionale.

Hojlund, un diamante grezzo da levigare

In una serata di fatica, un raggio di luce arriva dalla conferma di Rasmus Hojlund. L’attaccante danese, autore del gol della vittoria contro il Genoa, sta rapidamente diventando un punto fermo dell’attacco azzurro. Questo è il suo quarto gol in stagione, che arriva a pochi giorni dalla doppietta decisiva nella vittoria per 2-1 in Champions League contro lo Sporting Lisbona.

Conte ha voluto elogiare il giocatore, ma anche inquadrare correttamente il suo potenziale. “Ha margini di crescita importanti”, ha detto il tecnico, ricordando che Hojlund è un ragazzo di 22 anni che al Manchester United “era in disparte”. “Deve lavorare perché ha la possibilità di diventare un crack e lo sta dimostrando”.

Le sue parole descrivono un talento ancora grezzo, ma dalla progressione costante, che rappresenta una delle scommesse vincenti del progetto napoletano.

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Uno sguardo al futuro: una base per domani

Nonostante le difficoltà oggettive, Antonio Conte non perde la fiducia nel lavoro che sta svolgendo. Anzi, vede in questa stagione complessa la pietra angolare per il futuro del club. “Stiamo facendo il nostro percorso giocando e cercando di alzare il livello di alcuni nuovi innesti, che devono essere forti per aiutarci”, ha affermato.

Anche i giocatori entrati nella ripresa contro il Genoa hanno dato un contributo importante, segno che la squadra, nella sua interezza, sta cercando di trovare un proprio equilibrio.

Alla domanda su Juventus-Milan, Conte ha risposto da appassionato di calcio: “Se riesco a tornare in tempo, la vedo volentieri perché sono due squadre top nel mondo”. Una passione che, unita alla sua proverbiale determinazione, sarà cruciale per guidare il Napoli attraverso quella che lui stesso definisce “la stagione più complessa in assoluto”.

La vittoria contro il Genoa è un tassello importante, ma per Conte è solo un passo in un cammino molto più lungo e ambizioso.

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