Nola – Un altro nome, un altro volto, un’altra famiglia spezzata dal filo sottile della sicurezza sul lavoro. La serata di ieri, lunedì 6 ottobre 2025, ha registrato l’ennesimo grave incidente sul lavoro a Nola, precisamente all’interno del Vulcano Buono, il grande centro commerciale che si è trasformato in un palcoscenico di dolore. Un operaio di 53 anni, originario della provincia di Foggia, è precipitato da circa due metri d’altezza mentre montava una scaffalatura in un magazzino in allestimento.

Trasportato d’urgenza in ospedale, l’uomo lotta tra la vita e la morte in prognosi riservata. Questo dramma riaccende i riflettori sul costo umano del lavoro e sulle tragedie che continuano a segnare il territorio, sollevando domande scomode sulle tutele che la società garantisce a chi costruisce la sua ricchezza.

La dinamica dell’incidente: un volo di due metri

La ricostruzione dei fatti parla di una caduta durante un’operazione routine. L’operaio 53enne, regolarmente assunto, stava lavorando all’allestimento di un nuovo punto vendita in un magazzino del centro commerciale. Mentre era impegnato nel montaggio di una scaffalatura, qualcosa è andato storto.

Per cause ancora tutte da accertare, l’uomo ha perso l’equilibrio o la struttura ha ceduto, precipitando da un’altezza di circa due metri. L’impatto al suolo è stato violento, tanto da provocare ferite gravissime. L’incidente è avvenuto in una serata come tante, durante un normale turno di lavoro, trasformando un’attività ordinaria in una lotta per la sopravvivenza.

Leggi anche:  Napoli, il calendario di Juve, Inter e Roma. Gli orari ufficiali dei match

I primi a intervenire sono stati i colleghi allarmati, che hanno immediatamente allertato i soccorsi. Sul posto sono arrivati i sanitari del 118, che hanno prestato le prime cure al 53enne e lo hanno trasportato d’urgenza all’ospedale di Nola.

Le sue condizioni, però, non hanno lasciato spazio all’ottimismo. I medici del pronto soccorso nolano, valutata la criticità del quadro clinico, hanno disposto un ulteriore trasferimento. Verso le 5 di questa mattina, l’uomo è stato quindi portato all’Ospedale del Mare di Napoli, un presidio di riferimento per i traumi gravi, dove è stato ricoverato in rianimazione in prognosi riservata e in pericolo di vita. La sua esistenza è appesa a un filo, mentre i familiari attendono notizie in un’angoscia senza fine.

Le indagini: accertamenti e sequestri per scoprire la verità

Sul luogo del dramma è immediatamente scattato il protocollo investigativo. Accanto ai soccorsi sanitari, sono intervenuti i Carabinieri e una squadra specializzata del Servizio Sicurezza Ambienti di Lavoro dell’ASL Napoli 3 Sud.

Il loro compito è cruciale: ricostruire l’esatta dinamica dei fatti, individuare le cause tecniche dell’incidente e verificare il rispetto delle norme di sicurezza nel cantiere. Gli ispettori ASL svolgono un lavoro meticoloso, analizzando ogni dettaglio per capire se si sia trattato di una fatalità inevitabile o di un evento prevedibile e prevenibile.

Un elemento chiave per le indagini è stato il sequestro preventivo di una parte dell’impalcatura o della struttura sulla quale stava lavorando l’operaio. Questo provvedimento, disposto dall’autorità giudiziaria che coordina le indagini, serve a preservare le prove materiali e a consentire le necessarie verifiche tecniche.

Leggi anche:  Napoli, 35enne muore in ambulanza dopo l'uso del taser

I periti dovranno stabilire se la struttura fosse idonea, se fosse stata montata correttamente e se l’operaio disponesse e utilizzasse i necessari dispositivi di protezione individuale, come imbracature o caschi. L’obiettivo è chiarire ogni responsabilità, sia tecnica che organizzativa.

Il contesto: quando il lavoro uccide, la sicurezza non è un optional

Questo tragico episodio non è un caso isolato. Pochi mesi fa, a Trofarello, nel Torinese, un operaio 22enne di origini peruviane è rimasto gravemente ferito dopo essere stato travolto dal crollo di una scaffalatura, probabilmente per un eccessivo carico di merci o l’urto con un muletto.

Anche in quel caso, l’intervento dei vigili del fuoco è stato necessario per estrarre il giovane dalle macerie. Sebbene le sue condizioni siano migliorate, l’incidente ha riacceso il dibattito sulla sicurezza. Allo stesso modo, a Monte Colombo, un magazziniere di 39 anni è stato travolto da una paratia di un soppalco che ha ceduto improvvisamente, riportando lesioni guaribili in 30 giorni.

Questi episodi ripetuti mostrano un filo rosso di criticità legate all’uso di scaffalature, impalcature e soppalchi in ambienti di lavoro. Errori nel montaggio, mancanza di manutenzione, sovraccarico o assenza di adeguata formazione e protezioni: le cause possibili sono molte, ma l’esito è sempre lo stesso: vite umane spezzate e famiglie distrutte.

Le autorità competenti, come lo SPRESAL (Servizio Prevenzione Sicurezza Ambienti di Lavoro) delle ASL, svolgono un ruolo fondamentale nel controllo e nella prevenzione, ma la cultura della sicurezza deve diventare una priorità assoluta per ogni azienda, grande o piccola che sia.

Leggi anche:  Hojlund: "Con De Bruyne è tutto più facile"

Prevenzione e responsabilità: una sfida collettiva

La prevenzione degli infortuni non è un costo, ma un investimento sociale. Ogni azienda ha il dovere di garantire che gli ambienti di lavoro siano sicuri, che le attrezzature siano a norma e che i lavoratori ricevano una formazione adeguata sui rischi specifici del loro ruolo. L’uso di dispositivi di protezione individuale (DPI) non è opzionale, ma una necessità che può fare la differenza tra la vita e la morte. Allo stesso tempo, è fondamentale una vigilanza costante da parte degli enti di controllo, perché la sicurezza sul lavoro si costruisce giorno per giorno, con attenzione e rigore.

Nola, ennesima tragedia sul lavoro

Il caso di Nola al Vulcano Buono è più di una notizia di cronaca: è un monito drammatico che ci ricorda come il progresso e lo sviluppo economico non possono prescindere dalla tutela della vita umana. Mentre un uomo combatte per la sua vita in un letto d’ospedale, le indagini proseguono per fare piena luce sulle responsabilità. All’intera comunità, però, resta un interrogativo: quante altre volte dovrà accadere prima che la sicurezza diventi un valore non negoziabile?

Leave a Comment

Comments

No comments yet. Why don’t you start the discussion?

    Lascia un commento

    Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *